Buon lunedì miei cari lettori. Quest’oggi giungo da voi con una recensione in anteprima, ad appena un giorno di distanza dalla pubblicazione del libro in questione. Di cosa sto parlando? Di un piccolo gioiellino da collezione che i fan della Bardugo e del Grishaverse apprezzeranno molto: signori e signore, in tutto il suo splendore dorato, vi presento Le Vite dei Santi, edito da Mondadori, che ringrazio per la copia digitale fornito per questo Review Party organizzato da @slytherinelle.


Un libriccino in pelle rosso mogano, decorazioni dorate e una storia vecchia centinaia di anni, scritta col sangue innocente di santi e martiri. Alcuni di voi conoscono la Istorii Sankt’ya come un libro per bambini, altri come un insieme di storie che narrano di vite innocenti strappate al mondo per ingiustizie e un religioso fanatismo che sfocia in fredda crudeltà. In ogni caso, gli amanti del Grishaverse ricorderanno facilmente questo libro come un prezioso elemento nella vita di Alina Starkov, qualcosa che la accompagnerà nel suo viaggio che ha avuto inizio in Tenebre e Ossa.

Adesso questo libro può essere nelle vostre mani e rivelare direttamente a voi verità e crudeltà che fanno da sfondo al Grishaverse. In queste pagine sacre troverete racconti da narrare attorno ad un fuoco, storie che forse vi aiuteranno a percorrere la santa via… ma qualsiasi sia l’uso che ne farete, è sicuramente uno di quegli elementi che non può mancare nel vostro bagaglio per diventare un forte e potente Grisha. Conoscere la malvagità del mondo potrebbe salvarvi la vita. Pregare il Santo giusto, altrettanto. Avere piena consapevolezza del mondo di cui farete parte, forse persino di più. Una cosa è certa: vi spingerà a guardarvi le spalle e a non fidarvi mai… e forse a non compiere gesta eroiche, perché potrebbero avere un epilogo non proprio felice per voi.

Ma quali sono queste importanti storie, e quali questi Santi a cui appellarsi? Ne ho selezionati sette per voi. Vediamole insieme.

Le vite dei santi, Sankta Maradi. Mondadori.

Sankta Maradi. Se siete un Romeo e Giulietta dei giorni nostri forse vorrete una mano santa dalla vostra parte. Tra le vostre preghiere allora non potrà mancarne una a Santa Maradi, patrona degli amori impossibili. Sulla costa potrete trovare la sua proprietà e fare appello alla sua santità, ma se il vostro amore è vero e il vostro cuore è puro, le vostre suppliche arriveranno alle sue orecchie e al suo animo. L’affascinante Duli e la bella Baya, figli di due famiglie di pescatori in conflitto tra loro, questo lo sanno bene, perché è solo grazie alla Santa a cui devono il nuovo nome della loro famiglia che le loro vite sono salve e il loro amore capace di bruciare alla luce del loro focolare. Qualcuno potrebbe dire che questa è una delle poche storie prive di sangue e martirii all’interno della Istorii Sankt’ya.


Le vite dei santi, Sankta Marya della roccia. Mondadori

Sankta Marya della Roccia. Se attraverso Santa Maradi il vostro cuore si è intenerito, reggetevi forte, perché il vostro cuore in questo caso potrebbe stringersi. Tutti noi conosciamo i Suli, qualcuno di voi potrebbe amarne una in particolare, ma ciascuno di noi conosce il carattere nomade e le tasche non proprio ricche di questo popolo. Per questo motivo i Suli sono un popolo che si presta a molti lavori, qualsiasi possa garantire del buon cibo e sostentamento per la propria famiglia, e questo ha portato alcuni di loro a lavorare in una miniera di rame non molto sicura. Tra i tratti caratteristici dei Suli però, se ricordate, c’è anche una grande fede… e se una Suli chiaroveggente dice di non andare nella miniera senza una protezione, tu non vai. Ma quale protezione può salvarti da una pericolosa miniera pronta a crollare? Di certo non una bambina, penserete voi. E invece sì. Marya della Roccia è una piccola bambina che nella Istorii Sankt’ya, insieme alla sua bambola di pezza, scende insieme al padre e a un gruppo di lavoratori Suli direttamente nella miniera in questione, dove l’aria è umida e lo spazio vitale è piuttosto ristretto. Il vostro cuore potrebbe stringersi per lei e aver timore di una triste fine per la piccola bambina con la bambola di pezza, ma quella stessa bambina è colei che salva un gruppo di poveri lavoratori Suli dal crollo di un tunnel. La piccola Marya solleva le manine e quelle manine riescono a salvare la vita di tutti, portando i Suli al sicuro. Riportandoli a casa. Da quel momento la piccola Marya è conosciuta come la patrona di chi è lontano da casa, e qualcuno di voi forse potrebbe comprendere come in questi racconti si cela molto più che ragioni legate alla fede e alla santità… Sankta Alina, del resto, insegna.


Le vite dei santi, Sankt Emerens. Mondadori

Sankt Emerens. Di lieti fine e sospiri di sollievo però non potremo più vivere, miei cari amici, perché la storia di Sankt Emerens è una storia di fede, fiducia mal riposta, sconsideratezza e… inevitabilmente, tristezza. Emerens era un giovane ragazzo devoto di un piccolo villaggio di Kerch, conosciuto per il buon grano e la birra. Per una sfortunata sorte, il villaggio viene colpito dalla ruggine che distrugge le spighe e ciò spinge gli abitanti a selezionare quel poco di orzo rimasto intatto e riporlo in quattro silos. Una gran bella idea, se solo i silos non venissero contaminati dalla presenza di grossi e pelosi topi. Avvelenare i topi significava avvelenare l’orzo. Ma ricordate il giovane e devoto Emerens? Il ragazzo decide di farsi calare nei quattro silos per scacciare i topi, e ci riesce. E questa normalmente sarebbe una storia felice che si conclude davanti ad un buon boccale di birra, ma non lo è. Perché arrivato al quarto silos, Emerens viene semplicemente dimenticato da quegli uomini che avrebbero dovuto aiutarlo a uscire dal silos. A causa dell’ingenuità, della sconsideratezza e della frivolezza dell’essere umano, un giovane ragazzo muore per la dimenticanza altrui, galleggiando nell’orzo con occhi, bocca e naso pieni di chicchi. Si narra che da quel momento, il pane del villaggio ha sempre avuto il sapore dell’infelicità. Probabilmente l’infelicità di Emerens, ora patrono dei birrai.


Le vite dei santi, Sankt Grigori del bosco, Mondadori

Sankt Grigori del Bosco. La figura di Grigori è legata invece allo scetticismo e alla paura di essere declassati agli occhi di un ricco benefattore, il cui figlio era affetto da un male incomprensibile ai più. Dopo averle provate tutte, l’unica opzione rimasta era proprio Grigori, un maestro guaritore che, in poco tempo, riesce effettivamente a salvare il giovane. Ma badate bene, Grigori non era il primo ad essere stato chiamato a salvare il figlio del nobiluomo, per cui coloro i quali avevano fallito e ammirato con invidia l’operato di Grigori decisero di cospirare contro la sua persona, raccontando al padre del giovane storie di magie e strane cerimonie condotte da Grigori stesso. Questo lo portò ad essere accusato di stregoneria e, pertanto, ad essere lasciato a morire nel bosco, dove serpenti, orsi e altre creature affamate attendevano. Si narra di un Grigori che, una volta lasciato lì, iniziò a cantare e suonare per ammansire le creature, riuscendo così a salvarsi la vita. Per alcuni questo era un segno di santità, ma non per i cospiratori: per loro era magia. Questo li condusse a riportare Grigori nel bosco… questa volta con le mani legate, impossibilitato dal produrre la sua dolce musica, la sua unica salvezza dalle creature affamate del bosco. Diventando patrono dei dottori e dei musicisti, Grigori del Bosco ha pagato il prezzo più caro: la sua stessa vita.


Le vite dei santi, Sankta Ursula delle onde, Mondadori

Sankta Ursula delle Onde. Pensando ad Ursula probabilmente alcuni di voi penseranno ad una figura malevola appartenente alla storia di una giovane sirena dai capelli rossi. In questo caso però la nostra Ursula non è il cattivo della situazione, bensì la vittima. Ursula era una giovane principessa di Fjerda che col tempo si era avvicinata al culto dei Santi, pregandoli ogni dì. Non era però cosa buon vista dai fedeli di Djel. La sua devozione per loro era illegale, per cui le chiesero di abbandonare il culto dei Santi, ma lei si rifiutò. Quel rifiuto venne visto come possessione da parte di un demone, per cui Ursula venne condotta sulla costa e ripetutamente immersa sott’acqua mentre i fedeli mormoravano preghiere a Djel. Lei non annegò né boccheggiò mai, e questo era un segno ben peggiore per loro. Decisero di vivisezionarla per scoprire di più sul male che affliggeva la principessa, ma a quel punto un’enorme onda iniziò ad avanzare verso la costa, oscurando persino il sole. L’onda divorò la città mentre Ursula fuggì, rintanandosi per sempre in una grotta e continuando a credere ai suoi Santi. Ed è lì che ora le mogli dei marinai si recano per invocare il suo aiuto. Lei, Ursula delle onde, ormai conosciuta come patrona dei dispersi in mare.


Le vite dei santi, Sankt Petyr, Mondadori

Sankt Petyr. Un giorno, nel piccolo villaggio di Brevno, un demone si impossessò di un giovane. Solo tramite l’aiuto del prete riuscirono a far uscire dal corpo del ragazzo quell’essere umido e grigio, simile ad una lumaca, ma non riuscirono comunque a ucciderlo o a tenerlo rinchiuso. Il demone fuggì, rintanandosi nelle acque del lago vicino al villaggio, dove puntualmente cercava di assalire le povere anime di chi si recava al lago. Il vecchio prete venne sostituito da Petyr, un giovane dotato di una tempra più salda e con la forza dei Santi su di sé. Petyr camminò verso l’acqua recitando i Salmi Sikuriani e attirando il demone a sé. Quando il demone si sporse per afferrare il giovane Petyr, Petyr afferrò il demone tenendolo stretto e ordinando agli arcieri del villaggio, già pronti, a sparare sul demone. Dardi infuocati piovvero su entrambi, trafiggendoli all’unisono. Petyr non mollò mai la presa, ma morì quel giorno insieme al demone, liberando il lago e diventando così patrono degli arcieri.


  • Sankta del Libro. Quest’ultimo racconto vi strapperà un sorriso, perché parla di una Santa che ogni lettore potrà sentire vicino a sé e al proprio animo. La Santa del libro non ha un nome perché è perso nei meandri della sua memoria, così come la sua storia: è forse una principessa o una giovane comune di un villaggio qualunque? Era figlia di una nobile e ricca famiglia o una povera ladra in cerca di cibo? Non lo sappiamo e, ahimé, non lo sapremo mai. La Santa ha vissuto troppe guerre, troppi miracoli e martirii, conosciuto troppe persone e visto scorrere troppo sangue per ricordare di sé. Persa nella crudeltà del mondo, si è rintanata nei libri, decisa a non riemergere mai più. “Non sono mai stata del tutto sveglia finché non ho cominciato a sognare altri mondi”. Persa tra parole, libri e scaffali, raccoglie le storie e le memorie di un mondo che merita di essere fissato su carta. Lei è la biblioteca e la bibliotecaria del mondo. Accumula le storie di vite per crearne un catalogo che aiuti chi ha fede, chi ancora oggi, nonostante tutto, crede ancora. Il suo nome non è importante, ciò che importa sono le sue storie.

Ed è così che la nostra cara Bardugo ci saluta, dichiarandoci il suo fine ultimo e il suo desiderio più grande: scrivere e donare uno spazio indelebile alle storie degne di essere raccontate, ma soprattutto essere ricordata per queste stesse storie e attraverso esse, non per il suo nome.

Le vite dei santi, Santka del libro, Mondadori

Siamo giunti alla fine di questa recensione che, se volete, potete pensare come una serie di piccoli racconti narrati davanti ad un fuoco. Allontanandoci un attimo dalla storia di questi Santi, posso dirvi che Le Vite dei Santi è un volume prezioso per chi ha amato il mondo creato dalla Bardugo, colei che presta le sembianze alla nostra cara Santa del Libro. Un volume da collezione che non può mancare sugli scaffali di chi ha amato il Grishaverse e di chi amerebbe farne davvero parte.

Spero che questo piccolo tuffo nel mondo della Istorii Sankt’ya vi sia stato utile e vi abbia fatto rivivere, da un punto di vista differente, i mondi della Bardugo. Ovviamente quello riportato qui è solo un sunto, un piccolo pezzo di ciò che è Le Vite dei Santi. Al suo interno troverete 28 storie diverse, alcune appartenenti a personaggi che abbiamo già incontrato e altri, come quelli riportati da me, che imparerete a conoscere.

Se siete curiosi, vi invito a recuperare le tappe precedenti del Review Party dai blog di @slytherinelle e @gioschiatty, preparandovi all’ultima tappa di domani, che troverete invece nel blog di @francelovebooks.

Le Vite dei Santi vi aspetta il 16 novembre in libreria, pronto ad essere colto dalle vostre magiche mani Grisha!

Foto di @sassenachthereader su Le Vite dei Santi – Post Instagram

A presto,

la vostra Sassenach.

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