“There are no monsters in the world, and no saints. Only infinite shades woven into the same tapestry, light and dark. One man’s monster is another man’s beloved. The wise know that.”

Buon pomeriggio readers! E bentornati in un nuovo post della serie #librichetistrazianoilcuore.

Oggi ci dedicheremo a L’inverno della Strega di Katherine Arden, 3° volume della saga La notte dell’inverno. Un libro fortemente evocativo e poetico, come i suoi predecessori, ma con una nota di azione in più. La saga come saprete si concentra sulle avventure di Vasja, e a questo punto della storia non possiamo che trovarci nella piena evoluzione del suo personaggio.

Una bambina che è diventata ragazza, coraggiosa e temeraria, e che in questo volume diventa una donna consapevole. Alla conclusione di questo libro, vi ritroverete nella mente un trittico meraviglioso che ritrarrà la crescita del personaggio di Vasja, circondato da una storia sempre più interessante e personaggi fatti di sfumature e colori differenti, non apparentemente classificabili come buoni o cattivi.

Il libro ci riporta alla storia narrando di una Vasja in pericolo, costretta a scappare da Mosca per salvarsi. La fuga dalla città, dalla sorella e dalla nipote oltre che dal fratello, non sarà semplice. Vasja attraverserà non poche difficoltà, tra cui una perdita che strazia il cuore e l’anima nel profondo. Sia di Vasja, sia di noi poveri lettori. Riusciremo a sentire dritto al cuore il dolore acuto della nostra protagonista, perché la Arden, senza essere troppo cruda, sa come colpire e fare a pezzi il cuore. Distrutta, Vasja si rintanerà nel cuore delle terre di Mezzanotte, in cui è possibile rivivere ogni mezzanotte passata, presente e futura. Il cammino nelle terre di Mezzanotte non è semplice, poiché è una terra fatta di enigmi e difficoltà, ma sarà quel sentiero che più di una volta riuscirà a salvare Vasja, oltre che a permetterle di scoprire le sue reali origini.

Accanto a Vasja troveremo, ancora una volta, le figure di Medved e Morozko, due personaggi che in questo libro assumono sembianze differenti dal punto di vista caratteriale. Perché forse Medved non è davvero il male, è solo ciò che è. Manifesta la libertà del proprio essere nel caos, la sua reale natura… e Vasja, dopotutto, in un momento particolare e cruciale della propria vita, riuscirà a trovare un’affinità con l’anima caotica dell’Orso, perché del resto la libertà è ciò che desidera lei stessa.

“Eri una bambina così dolce quando ti ho incontrato per la prima volta vicino a questo stesso albero”, osservò l’Orso. “Cosa è successo?”.
“Cosa è successo? Amore, tradimento e tempo”.

Medved e Vasja, L’inverno della strega.

Scopriremo tutto ciò in una trama che diventa sempre più complessa e intrigante, con intrecci politici che porteranno ad una guerra su più livelli: non solo quella tra religione e folklore, ma anche una guerra tra Russia e Tatari. Infine, come sempre, finiremo per assistere all’eterno conflitto tra due fratelli che attingeranno alla natura di Vasja da diversi punti di vista, enfatizzando aspetti del suo carattere che, buoni o cattivi che siano, apprezzeremo comunque.

“Ho corso nel buio, cercando di salvare tutti coloro che hanno bisogno di me. Ho fatto del bene e ho fatto del male, ma non sono né l’uno né l’altro. Sono solo me stessa”.

Vasja, L’inverno della strega.

Il libro è di una bellezza incredibile. Ho sempre amato i secondi capitoli delle trilogie, ma qui mi trovo in conflitto, perché il libro regala dolori e gioie al tempo stesso, ti strazia e ti rallegra… e il tumulto di emozioni che regala non è indifferente.

La fine del libro, almeno per me, è stata inaspettata fino all’ultimo. Non riuscivo a immaginare un finale ideale, avevo solo mere teorie e ipotesi, ma difficilmente avrei potuto indovinarne la conclusione. Alla fine, la conclusione della trilogia mi ha soddisfatta. Lasciandomi con il cuore pieno di amore e speranza, la Arden regala una conclusione un po’ fiabesca, nonostante le difficoltà del caso. Ma del resto, questa storia inizia con il racconto di una favola. Ne ha preso le caratteristiche e i tratti principali… dunque, non poteva finire altrimenti.

Non sarà tutto perfetto, perché in questa trilogia fiabesca la Arden ha sempre inserito la profondità della realtà, oltre che la magnificenza del folklore, ma per me lo è stato.

So che molti hanno letto la saga e ne sono rimasti affascinati, per cui oggi vi chiedo: cosa vi è piaciuto di questo libro? Il finale vi ha soddisfatto? C’è qualcosa che avreste cambiato?

Vi aspetto nei commenti e, come al solito, grazie per essere arrivati fin qui.

Con affetto, la vostra @sassenachthereader

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