Era stato in quel lontano giorno, mentre sfogliava un libro d’arte regalatogli dalla madre, che il bambino Ansaldi aveva avuto un’illuminazione. Sapeva di essere diverso dagli altri e ne soffriva. Passava il tempo a tentare di emulare i compagni, a essere formattato come la scuola esigeva, con scarsi risultati. Ma la visione di quel quadro fu uno choc positivo e inaspettato. Una donna ritratta in maniera così strana, senza rispettare le proporzioni imposte dai rigorosi maestri dell’arte. Quelle linee tormentate, così irregolari che deformavano il soggetto; Soutine aveva osato spezzare secoli di dogmi. L’arte e i suoi discepoli avevano fatto breccia nel cuore di Ansaldi, il bambino aveva capito che poteva essere diverso dagli altri e non vergognarsene. Aveva compreso che ognuno percepiva il mondo con la propria sensibilità.”

nel nero degli abissi

Buonasera gentili lettori. Oggi parleremo di una recente uscita nel panorama giallo-noir e che sono sicura molti di voi potrebbero apprezzare pur non essendo strettamente amanti del genere: mi riferisco a Nel nero degli abissi di Francois Morlupi, edito da Salani Editori che ringrazio per avermi omaggiata di una copia cartacea del libro. Ma cosa troviamo in questo libro? Scopriamolo insieme.

Un noir i cui protagonisti sono i Cinque di Monteverde, Ansaldi, Eugénie, Alerami, Di Chiara e Leoncini, poliziotti di un tranquillo quartiere di Roma che viene scosso da un violento omicidio all’interno di Villa Pamphili, nel bel mezzo dell’organizzazione di un importante evento internazionale. In pochissimo tempo, i nostri personaggi dovranno risolvere il caso senza far trapelare nessuna informazione scottante, per non macchiare l’immagine che il mondo ha della capitale. Lo scopo sarà scoprire chi è l’assassino… o chi sono, in realtà. Perché la donna uccisa brutalmente nel quartiere di Monteverde sembra essere stata accoltellata più volte da due persone differenti, forse un uomo e una donna. (Leggi trama completa)

Accanto ai nostri protagonisti troveremo tante personalità differenti, una più buffa ed esilarante dell’altra, ma non solo. Troveremo Ansia e Solitudine, che come due persone in carne ed ossa si faranno beffe di Ansaldi e dei suoi sottoposti nei momenti più improbabili, strappandoci una risata. Questo ci introduce quindi ad un fattore piuttosto importante del libro: l’ironia. All’interno di Nel nero degli abissi Morlupi fa sfoggio di dialoghi incalzanti e situazioni molto ironiche, ma di un’ironia che non risulterà mai sciocca o scontata. Piuttosto, leggerete di situazioni giornaliere molto familiari che vi strapperanno un sorriso e vi porteranno ad annuire davanti alle pagine, come se foste voi stessi parte del libro. E riderete, ve lo assicuro, perché con Ansia e Solitudine a fare da ombra in primis ad Ansaldi, così impacciato, ansioso e buffo, non potrete che sorridere e provare empatia.

Ansia però non sarà solo portatrice di risate, ma di un caldo abbraccio e di una profonda comprensione per quel lettore che nella sua quotidianità l’ansia la prova davvero. Attraverso Ansaldi, Morlupi descrive tutte le diverse forme e manifestazioni dell’ansia, sia fisiche che psicologiche, ma nel farlo mostrerà anche qualcos’altro: Speranza, un terzo personaggio-ombra del libro, una conclusione morale che il libro si porterà dietro e che vi consegnerà un bel messaggio. Uno di questi, in particolare, è che Ansia non è una situazione persistente, non è una lotta persa né un nemico impossibile da sconfiggere. Piuttosto, Ansia è qualcosa da imparare ad accettare e con cui imparare a convivere, con la Speranza un giorno di metterla sempre più da parte per godersi il bello della vita.  

“Io non mi tufferò mai col rischio di inabissarmi in mondi sconosciuti, voglio evitare il nero degli abissi e tutto ciò che ci si nasconde dentro. Rimarrò fermo, immobile, senza tentare di cambiare nulla. Non hai ancora capito che io ho paura della paura stessa? Quarantaquattro anni dopo, però, Ansaldi aveva infranto la sua regola: si era tuffato senza pensare alle conseguenze.”

C’è una scena, in particolare, che mi ha fatto davvero tanta tenerezza e che vede protagonisti Ansaldi e una libraia, futura destinataria di sogni e speranze del nostro commissario. In questo caso assistiamo ad un dialogo piuttosto tenero tra i due, ma anche al susseguirsi di pensieri di Ansaldi all’interno della sua mente. Chi si è preso una bella cotta lo sa, i primi dialoghi con il possibile futuro Lui o Lei sono qualcosa di imbarazzante, dove l’ansia e la paura di dire qualcosa di stupido regnano sovrani. Qui Morlupi fa un chiaro sfoggio della sua ironia, scrivendo di un Ansaldi preso dal panico che, nel bel mezzo della conversazione, arriva persino a chiedersi persino se ha spento il gas. Alla fine però il nostro eroe riesce a cavarsela piuttosto bene, uscendo con l’onore indenne da una conversazione a cui penserà per le successive settimane. La particolarità della scena però sta proprio nella sua conclusione: alla fine, Ansaldi uscirà dalla libreria tenendo tra le mani non un libro, bensì un sentimento naturale, semplice, eppure a lui così alieno: la felicità. Vi assicuro che passerete dal sorridere all’avere gli occhi lucidi per una scena simile, in cui l’animo dolce di Ansaldi viene messo a nudo. Ansaldi, la cui mente si placa solo se diretta a pensieri che vede protagonista Arte, quarto e ultimo personaggio-ombra della nostra storia. La vedrete spesso tra queste pagine.

Inoltre, lasciatemi dire che le emozioni di Ansaldi vengono descritte in maniera talmente evocativa da sembrare profondamente reali, tanto da sentirlo vicino, vicinissimo, a noi. Accanto all’ironia troviamo dunque il secondo fattore più importante del libro, ovvero la capacità di mostrare le diverse sfaccettature dell’essere umano, che non è né bianco né nero, ma più un miscuglio di una grande tavolozza di sentimenti, emozioni, incertezze, paure e così via.

Ma Ansaldi non sarà l’unico a mostrare le diverse forme dell’essere umano, perché al suo fianco troviamo dei colleghi a lui fedelissimi: Eugénie, la sua vice, con una personalità fredda e distaccata che molti temono, persino il postino del commissariato che avrà gli incubi nel consegnare la posta dopo un loro poco felice incontro; Di Chiara e Leoncini, un duo super galattico, due personaggi che vorreste come compagni di bevute per il sabato sera, che sia davanti ad un film o durante una partita, perfetti anche per chiacchierate a cuore aperto in cui sfogare i propri pensieri e sentimenti; infine, Alerami, l’ultima arrivata del gruppo che sprizza bellezza, intelligenza e competitività da tutti i pori, col suo desiderio di far carriera che però potrebbe nascondere altro… sicuramente il personaggio più misterioso dei Cinque.

Ognuno di loro però non si limita ad essere solo questo. Variegati, sfaccettati e portatori di milioni di sfumature, i Cinque del commissariato di Monteverde sono di un’umanità pazzesca… e, di conseguenza, di una profondità che non passa inosservata. Questa grande caratterizzazione dei personaggi vi porterà a dimenticare totalmente di leggere un libro con personaggi fittizi, perché vi sembreranno reali come la vostra stessa pelle, e questo vi farà empatizzare tantissimo con loro. A lettura conclusa, quando chiuderete le pagine del vostro libro e il caso sarà risolto, potreste avere la sensazione immaginaria di sentire una pacca sulla vostra spalla e un bel “Ben fatto!” sussurrato all’orecchio da parte dei vostri nuovi amici. Ma non siate tristi, perché sono sicura che incontreremo nuovamente questi Cinque folli in divisa, con le loro paure e insicurezze, con il loro passato ancora da scoprire e le loro grandi speranze per il futuro. Proprio come degli esseri umani. Proprio come noi. Vi sarà chiaro a questo punto che i personaggi sono un terzo e ulteriore elemento fondamentale di questo libro.

Ironia, umanità, caratterizzazione dei personaggi. Cos’altro? Ah sì, il mistero! Del resto stiamo leggendo un noir, giusto?

“Sapete qual è la cosa più terribile del mio mestiere? Accorgersi ogni volta, quando l’indagine è terminata e la polizia ci ha consegnato i ricercati, come essi non siano assolutamente i mostri dipinti dalla stampa. La gente lo spera ardentemente, trincerandosi dietro una finta credenza e i giornalisti impegnano tutte le loro energie e il loro inchiostro nel descriverli come tali. Ma purtroppo la realtà è un’altra: sono persone normali. Magari hanno figli, posseggono cani e lottano per l’ambient. E sapere che siano come noi ci induce una paura incredibile. Perché se loro sono come noi, noi possiamo essere… come loro”.

Da questo punto di vista vi dirò ben poco per non svelare troppo, ma devo dire che il libro mi ha lasciata sulle spine per tutta la durata della lettura, salvo le ultime 50 pagine circa, in cui tutto diventa molto più chiaro e si iniziano a svelare le carte in gioco. La risoluzione del caso non è quindi troppo scontata, perché il dubbio viene portato avanti fino alla fine. Bella la parte in cui viene introdotta la psicologia per comprendere motivazioni e personalità dei criminali, forse la parte che più ho apprezzato di questa parte. Avrei persino voluto leggere qualcosina di più in merito, oltre che sugli antagonisti della storia. Forse in futuro aggiungerei un maggior focus introspettivo sulla parte criminale della storia, qualcosa che in genere porta a riflettere molto sul lato oscuro dell’animo umano.

A parte questo, Nel nero degli abissi si conclude con una promessa di un seguito, questo appare ben chiaro… e personalmente non vedo l’ora, perché è piuttosto cristallino anche su chi verrà incentrato il prossimo capitolo della storia dei Cinque di Monteverde e non potrei essere più curiosa di così!   

Arrivati a questo punto non posso che ringraziare Salani Editore per questa collaborazione e opportunità, ma soprattutto grazie a Francois Morlupi per la grande umanità dimostrata. Non solo nel libro, ma anche nella realtà, nell’atto di rispondere alle domande e agli scleri di una lettrice qualunque (sì, parlo proprio di me, non vi stupirete mica?). Un atto che, lasciatemi dire, non è affatto scontato.

Spero che Nel nero degli abissi possa piacere anche a voi. Io l’ho divorato! Vi aspetto nei commenti, o su Instagram, per parlarne insieme!

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