Dickens, Umbrella Academy e Penny Dreadful in unico, oscuro e tenebroso calderone chiamato Oscuri Talenti. Se la prospettiva alletta la vostra immaginazione, non potete perdervi questo libro il quale al momento sembrerebbe essere il miglior libro che ho letto quest’anno! Curiosi? Parliamone insieme!

Danzando tra diverse prospettive, conosciamo i Talenti, individui emarginati, dotati di poteri paranormali, nascosti all’ombra dei sobborghi vittoriani e dell’ignoranza umana. A scovare ognuno di loro e a donare una casa e un posto in cui conoscere sé stessi è il dottor Berghast, a capo del Cairndale Institute, scuola e dimora segretamente dedicata allo studio di questi Talenti.

Conosciamo così Alice e Coulton, alla ricerca di due Talenti in giro per il mondo per conto del Cairndale, che impareremo poi a conoscere come Charlie e Marlowe, due dei personaggi più importanti di questa storia. Charlie ha la capacità di guarire da qualsiasi tipo di ferita e di resuscitare nei casi più tragici, una condizione che gli ha creato non poche difficoltà. Subito dopo il suo ritrovamento, Alice partirà alla ricerca del piccolo Marlowe, un bambino particolarmente speciale che brilla di un’inquietante luce azzurrina e che è capace di curare le ferite altrui e, all’occasione, di scioglie la pelle di chi non gli è particolarmente simpatico.

Nessuno dei due, né tutti gli altri Talenti che impareremo a conoscere, vanta però un passato roseo: i Talenti, infatti, sembrano essere accomunati non solo dalle loro particolari doti, ma da un passato fatto di abbandoni, povertà e, spesso, di cattiveria. Salvati dalle loro sfortunate sorti, i ragazzi si incamminano verso la loro nuova vita al Cairndale, ma si scontreranno presto con Jacob Marber, un Talento adulto che era misteriosamente scomparso nel nulla e che persegue obiettivi che si scontrano con quelli del Cairndale. Il suo obiettivo è Marlowe.

Partiremo così per un lungo viaggio fatto di insidie, creature mostruose, trappole, misteri e, soprattutto, segreti, concentrati in un worldbuilding pazzesco che ci farà correre sui ciottoli di una Londra sporca, avida e malata, tra i sobborghi di una misteriosa Tokyo e sui binari di un treno mortale che corre disperato sui binari di Edimburgo.

Conosceremo creature mai viste o sentite prima che ci verranno presentate attraverso nuove e interessanti locuzioni che arricchiranno il racconto, come i morvidi (individui uccisi e riportati alla vita sottoforma di mostri assetati di sangue e omicidio, assoggettati al volere dei loro creatori), i drogor (figure oscure e malevole, quasi mitologiche) e i chiorassi (demoni imprigionati nel corpo di… un gatto. Un gatto con quattro occhi, tremendamente carino e assolutamente letale se trasformato nella sua forma reale… decisamente il mio preferito). 

“Lo so cosa sei”, disse Jacob a un tratto.

Cosa sono?
Jacob deglutì. “Una drogor”-

Lei s’inginocchiò, posandosi pudicamente le mani guantate in grembo. E’ uno dei miei nomi. Ne ho altri. Sono vecchia, più vecchia del tuo buon dottor Berghast, più vecchia persino del tuo caro glifico.

“Coulton dice che sei il male”, mormorò Jacob.

Lei inclinò il capo, come se volesse lanciargli una lunga occhiata inespressiva. Quasi come se fosse umana. Il male, disse a voce bassa, è nell’occhio di chi guarda.

“Non è vero”.

Ah no? Allora anche un albero può essere il male? Anche la polvere? Il fatto, Jacob, è che siamo parte di una tenebra più grande. L’altra faccia della medaglia. E tu, cosa sei tu? Cos’è la polvere, cosa significa saperla governare? Non è il male?

“I talenti non sono il male”.

Il tuo talento non è forse molto particolare?”

Arrivati a destinazione, conosceremo un mondo più profondo ed elaborato di quanto si possa pensare all’inizio. Capiremo che ogni Talento ha una sua classificazione e che esistono cinque differenti classi: i morfi, i faber, i camaleonti, i maestri della polvere e… i glifici. I glifici sono i più singolari, unici e potenti Talenti, rarissimi e importantissimi, capaci di connettersi con tutti i Talenti presenti al mondo, come se collegato a loro attraverso una tela. Sono custodi dell’ursitonte, ovvero il confine tra il mondo dei vivi e dei morti, e sono proprio loro a tenere chiuso la porta tra i due mondi.

“I raggi di sole catturati nel ghiaccio che imperlava la forca a Grassmarket, e lo sbuffo di vapore che usciva dalla bocca dei cadaveri ancora caldi quando li tiravano giù all’alba del Settecento. Le guance rosee i un neonato che aveva tenuto in braccio in Sicilia, quel rosa come di una pesca a fine estate, la meraviglia che gli aveva riempito gli occhi, mentre alle sue spalle la madre esausta dormiva nella paglia. Lo sguardo di quel bambino al porto di Alessandria d’Egitto mentre lui scendeva dalla passerella e si calava nella bruma. Alla sua morte tutto questo, tutto questo e molto altro, sarebbe scomparso dal mondo; tutta l’inestirpabile bellezza che viveva solo dentro di lui sarebbe andata perduta, momenti fragili ome barbagli di luce sull’acqua, e questo più di ogni altra cosa lo fece sentire solo, afflitto, fragile. Perché in tutte quelle impressioni c’erano le ultime vestigia di ciò che un tempo l’avevano reso umano, così che lui era, e restava, uno di loro.”

L’esistenza dei glifici sarà quello che ci introdurrà alla vera vita di questo libro, al motivo per cui il Cairndale è sempre alla ricerca di Talenti e alla ragione per cui Jacob Marber, maestro della polvere, cerca disperatamente di sottrarre Marlowe al Cairndale. Soprattutto, scopriremo un mondo in procinto di collassare, forze del male e del bene che non riusciremo più a classificare in una o in un’altra fazione. Oscuri Talenti ci porterà al confine tra vita e morte, tra giusto e sbagliato, ponendoci sulla soglia di ciò che è definibile come “diverso” e ciò che invece è imputabile come “mostruoso”.

“La polvere ti da il potere di portare la tenera nel mondo. Sai pochissimo di quello che sei Jacob. Sei ancora così giovane. Ho visto tempeste di sabbia nella Landa Desolata le ho viste cancellare il sole di mezzogiorno, portando il buio nella note più nera. Il loro fragore cancella ogni suono. E la sabbia che percuote la pelle cancella ogni sensazione. Non ci sono più odori né sapori né suoni, solo la sabbia. Le tempeste di sabbia offuscano tutti i sensi fnché una persona non è più na persona, si separa dalla propria essenza. Questo è il potere della polvere.

[…] Lo sai perché certi talenti vengono detti oscuri? Oh, il bene e il male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non c’entrano nulla. E’ solo perché di quei talenti i deboli possono servirsi per nascondersi, per vivere come i forti.”

Questo concetto rimbomba ulteriormente se si pensa al titolo del libro in inglese, “Ordinary Monsters”, ma lo leggeremo tra le righe anche quando conosceremo Komako, una maestra della polvere, la quale dimostrerà  che il suo potere oscuro e spaventoso può avere utilizzi e risvolti non necessariamente negativi. Al suo fianco troveremo la frizzante e schietta Ribs, capace di diventare invisibile, e che ci strapperà non poche risate. E poi avremo Oskar e il suo titanocarne, un tantino disgustoso come potere, ma… vi lascerò scoprire da soli il motivo.

“Ribs era dappertutto, e da nessuna parte, e parlava a precipizio, la sua voce risuonava in ogni angolo tra i cigolii del brigantino. Magrissima, sveglia, con occhi che nn erano occhi di bambina. La mattina della partenza portava un kimono giallo, Coulton l’aveva scelto con cura per lei nel quartiere della seta, ma già l’indomani s’era messa calzoni alla pirata e una camicia con le maniche ancora troppo lunghe, benché le avesse strappate, e non se li tolse fino alla fine del viaggio. Al vederla così Jacob sentiva una stilettata al cuore, e si domandava come aveva vissuto quella bambina, le crudeltà che aveva subìto, le are, effimere attenzioni che le erano state concesse; lei però non sembrava rimuginare troppo su suo passato. Si faceva silenziosa solo quando sedeva con Komako sul cassero di poppa sferzato dal vento: se ne stavano a guardare il sole secchiarsi nell’acqua, le lame di luce sfolgoranti, due bambine forse coetanee, tra le quali forse stava sbocciando un’amicizia.”

Alla fine di questa recensione, non posso che dirvi che questo dark fantasy presenta a noi lettori un mondo che in realtà è anche piuttosto reale. Le figure tipiche di eroi e anti-eroi verranno inizialmente presentate e disintegrate davanti ai vostri occhi, a volte sorprendendovi, altre volte lasciandovi con l’amaro in bocca.

La realtà dei rapporti umani e la crudeltà delle società verrà descritta in maniera cruda, vivida… oscura. Oscura come i segreti che questo libro cela e snocciola piano piano, prendendosi il suo tempo, eppure scorrendo velocemente davanti ai vostri occhi. Troverete settecento pagine dense, ma scorrevoli, da divorare, e non sorprendetevi se alla fine ne vorrete ancora.

“Perché tu sei speciale, Jake”, diceva, “perché hai bisogno di qualcuno che ti guardi le palle. Ecco perché. Io non posso fare quello che fai tu, non sono speciale”. Diceva sempre quelle ose, le sussurrava di notte, la faccia sul cuscino dell’orfanotrofio, mentre le suore pattugliavano i lugubri corridoi. Gli faceva sempre sentire che valeva la pena vivere, che non bisognava arrendersi, per quanto le cose si facessero complicate. Ma Jacob sapeva che non era vero: era Bertolt quello speciale.”

Una cosa che ho apprezzato molto è stato il cambiamento spazio-temporale messo in atto in alcuni e specifici capitoli per contestualizzare scelte e modi di essere di personaggi importanti ed enigmatici, come Jacob Marber. Entrare nella psiche del “cattivo” (e lascio il virgolettato perché imparerete a capire che in questo libro non c’è una persona puramente buona o unicamente cattiva) subito dopo averlo visto compiere specifici atti, vivere parti del suo passato durante dei flashback… penso siano state le parti che mi hanno intrigato di più. Considerate però che io ho amato il personaggio di Jacob, nonostante tutto quello che succede nella storia. Chissà se sono l’unica.

In definitiva, consiglio ASSOLUTAMENTE la lettura di questo libro, che ho amato tantissimo. Unica pecca? Non è ancora presente il secondo volume, per cui dovremo aspettare gennaio 2024. A voi la scelta se attendere o lasciarvi soggiogare dal richiamo di questi Oscuri Talenti.

“Un potere paragonabile al suo l’aveva scorto solo una volta in quell’antica creatura nota come drogor. Era bellissima e terrificante, una creatura venefica. La abitava qualcosa di assoluto, una profonda purezza che non era umana. Berghast l’aveva vista, odiata, desiderata.”

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