di Madeleine Miller

Buon pomeriggio readers, come state?

Altro giorno, altra recensione. Oggi parliamo del chiacchieratissimo libro La Canzone di Achille, edito in da Feltrinelli. Si tratta di una storia antica riadattata dalla meravigliosa e scorrevole penna della Miller che ha scosso i cuori di noi lettori.

Qualcuno potrebbe vederla come “una storia già sentita”, chiedersi cosa ci sarà di così bello, ma questo libro è molte, moltissime cose.

È amicizia, è crescita, è una storia di legami, sfide, onore, battaglie e guerre. E’ il ricordo indelebile di anime che hanno fatto la storia dei miti, ma soprattutto è amore. Un amore spesso rinnegato dai più e immaginato e sognato da altri.

Fanart de La canzone di Achille

Il libro segue il punto di vista di Patroclo, che ci addentra nella storia partendo dagli albori: dalla sua nascita e infanzia al suo esilio a Ftia, dove conosce Achille, di cui rimane sin da subito affascinato.

I due diventeranno amici, fedeli l’un l’altra come pochi, vivranno insieme piccole e grandi avventure, fino ad arrivare alla famosa guerra di Troia anni dopo, dove spiacevoli avvenimenti porteranno voi e il vostro cuore a distruggervi inesorabilmente e lentamente.

No, non sto esagerando. Ma perché leggere questo libro? Solo per lo struggimento? Direi di no.

Fanart de La Canzone di Achille

Questa storia è una bellissima esperienza di amicizia, amore e profonda lealtà, sentimenti e legami che si mescolano fra di loro e mostrano la creazione di una relazione umana a dir poco meravigliosa.

Achille e Patroclo. Patroclo e Achille.

Due entità e corpi differenti, ma che imparerete a vedere e vivere come se fossero una cosa sola.

Li conosciamo giovani, “come dei all’alba del mondo”, la cui felicità “era così abbagliante” che anche noi, come loro, non possiamo che vedere altro che loro. Due soli all’apice del cielo e del loro massimo bagliore.

Li accompagniamo nella loro crescita e nello sviluppo del loro rapporto, spesso minato da Teti, madre di Achille. Capiremo però che determinati legami non possono essere ostacolati, perché:

“Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo, lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira, da come i suoi piedi sferzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine nel mondo”.

PATROCLO – LA CANZONE DI ACHILLE

E sarà davvero così, perché determinate anime sono semplicemente destinate ad intrecciarsi e rimanere così, indissolubilmente attorcigliate tra loro, anche negli addii, anche nei mondi ultraterreni.

Scena del libro La canzone di Achille

Vi invito a leggere questo libro e a bearvi della scrittura della Miller, della storia, ma soprattutto della semplicità dell’esistenza.

Questo libro è un tocco delicato al nostro essere profondamente umani e alle caratteristiche considerate più specificatamente tali.

Con la stessa delicatezza ho voluto donare a questo libro una foto che ne ricordasse questo tocco così gentile, rappresentando Pirra, Capelli-di-fuoco.

“Capelli dorati come i suoi erano così insoliti che sarebbero stati notati dai marinai e dai mercanti che si fermavano al porto di Sciro”

PATROCLO – LA CANZONE DI ACHILLE
Sassenach the reader con il libro La canzone di Achille

Voi avete letto il libro? Se sì, vi ha appassionato o vi ha lasciati indifferenti? In attesa di un vostro parere, vi invito a seguirmi su Instagram: @sassenachthereader

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