Gentili lettori, nell’ultimo periodo abbiamo parlato molto di fantascienza e metaverso, è arrivato dunque il momento di perlustrare il mondo di uno dei libri (e film) più famosi del genere: Ready Player One!

Un grazie enorme va innanzitutto ai ragazzi di Oscarvault Mondadori, che mi hanno fornito una copia di questo libro in modo da poterla recensire qui per voi. Grazie, grazie, grazie!

Ready Player One

TRAMA: Nell’anno 2045, la realtà è un brutto posto. Gli unici momenti in cui Wade Watts riesce a sentirsi davvero vivo sono quelli che trascorre connesso a OASIS, il vasto universo virtuale dove gran parte dell’umanità passa le sue giornate. Quando l’eccentrico creatore di OASIS muore, un video diffonde una serie di complicati indovinelli basati sulla sua ossessione per la cultura pop del passato. Chiunque riuscirà a risolverli per primo erediterà la sua immensa fortuna – e il controllo di Oasis. Wade riesce a scovare il primo indizio, e subito si ritrova assediato da rivali pronti a uccidere pur di sottrargli ciò che gli spetta. La gara è cominciata – e vincere è l’unico modo per sopravvivere.


Ready Player One è un omaggio alla cultura pop degli anni ’80, e più precisamente a film, musica e classici giochi arcade e di ruolo di quel tempo. Molti lettori cinefili conosceranno questo titolo grazie alla produzione di Steven Spielberg, una rappresentazione piuttosto accurata, ma ciò che rende speciale la lettura di questo libro, esaltandola più di quanto possa fare il grande schermo, è proprio la capacità di riportare in vita il passato, riportando citazioni che riescono a tessere le avventure di tutto il testo. I grandi appassionati di cinema, videogiochi e fumetti, di conseguenza, non possono che adorare quest’opera puramente nostalgica e dal sapore steampunk.

Ready Player One, 2018 on Behance

La fantastica commistione tra futuro e passato composta da Cline tuffa il lettore nel 2045, un mondo distopico in cui le condizioni ambientali sono a dir poco drastiche. Come fuga dal mondo reale, la maggior parte della popolazione trascorre il proprio tempo collegata a OASIS, un mondo virtuale che utilizza la tecnologia VR per vivere un mondo virtuale impersonando il proprio avatar. Qui la vita è come un gioco, una spensieratezza ludica che affonda le difficoltà della vita reale, e che premia il giocatore con punti, soldi, spendibili per migliorare il proprio avatar online (i lettori più nerd e avvezzi ai videogame riconosceranno la dinamica presentata in Fortnite).

“Ho creato OASIS perché non sentivo di avere un posto, nel mondo reale. Lì, non sapevo come creare un legame con le persone. Ho avuto paura per tutta la mia vita. Fino al momento in cui ho saputo che stava finendo. Solo a quel punto ho compreso che, per quanto terrificante e dolorosa possa essere la realtà, è l’unico posto in cui si può trovare la vera felicità. Perché la realtà è reale.”

Il fondatore di OASIS, Halliday, è morto, lasciando la sua fortuna e il controllo della piattaforma a chi riuscirà a scovare un Easter Egg nascosto all’interno del gioco. Un’impresa piuttosto semplice all’apparenza, ma in realtà più complessa di quanto si possa pensare, perché il ritrovamento dell’Easter Egg comporta la conoscenza approfondita di un mondo ormai dimenticato e delle più grandi passioni di Halliday stesso. Per trovare l’Easter Egg i cacciatori – detti gunter – dovranno studiare e appassionarsi a un mondo che non hanno mai vissuto in via diretta, setacciando ogni libro, film e videogame del periodo.

Ready Player One: una featurette mostra l'influenza di Spielberg sulla  storia - Justnerd.it

I gunter verranno messi alla prova – prove piuttosto differenti tra libro e film, così come altre vicende che avvengono durante il corso della storia e che vengono giustamente approfondite all’interno del libro, differenziandolo così dalla trasposizione cinematografica.

E’ così che, in una formidabile caccia al tesoro e con una scrittura scorrevole, semplice e giovanile, Ready Player One offre una fantastica rappresentanza di ciò che una vita nel Metaverso potrebbe offrire, con i suoi pregi e difetti, schiacciando l’occhio al passato che non verrà mai dimenticato, bensì inglobato.

“Tu non vivi nel mondo reale… tu sei come me. Vivi dentro questa illusione”.

Ready Player One: See new photos from Steven Spielberg film | EW.com
“Qualche tempo dopo, si è chinata e mi ha baciato. Sembrava come tutto ciò che quelle canzoni e poesie promettevano. È stato meraviglioso. Come essere colpiti da un fulmine.”

Il messaggio che Ready Player One lascia ai lettori è qualcosa di molto profondo, attuale, porta ad un’interessante riflessione. Cline sottolinea, attraverso le relazioni interpersonali tra i differenti personaggi, che alla fine di tutto è un gioco di personalità, e che nessuna eredità o avatar potrà nascondere il nostro vero io. Ready Player One insegna che la virtualità è reale, più concreta di quanto si possa credere, ma allo stesso tempo è la realtà fuori da OASIS e dal visore a contare davvero.

“Riuscivo a vederlo per quello che era davvero: un elaborato aggeggio per ingannare i miei sensi, per permettermi di vivere in un mondo che non esisteva. Ogni componente era una sbarra in una cella dove avevo mi sono imprigionato volontariamente.”

Per quanto il nostro Wade possa essere follemente innamorato del mondo virtuale in cui è solito rintanarsi, alla fine del libro si rende conto che non è quella la risposta ai suoi problemi. Piuttosto, nasce la consapevolezza nel personaggio di essere un prigioniero volontario di una realtà fittizia e vorace, che soggioga e intrappola in un abbraccio velenoso.

Ad un certo punto, seguendo mosse e ragionamenti del nostro personaggio principale, finiremo per arrivare a differenti riflessioni interessanti, qualcosa che credo sia fondamentale per un libro. Lasciare con una riflessione su cui rimuginare, una metafora particolare o un messaggio ben preciso è la capacità dello scrittore di continuare a sussurrare all’immaginario e agli ideali del lettore. Riflettere sulla realtà e sulla virtualità, ora più che mai, è qualcosa di fondamentale per essere pienamente consapevoli delle proprie azioni e scelte.

Un messaggio che voglio lasciare io a voi quest’oggi è questo: conoscenza e consapevolezza donano potere, la virtualità non è finzione, ma non sempre dimostra il valore della realtà. Rifletteteci, pensateci su. Come al solito, io aspetto voi e le vostre riflessioni nei commenti e su Instagram.

Spero che questa mia recensione odierna vi sia piaciuta e che abbiate trovato un titolo interessante anche in questo caso. Vi ringrazio per aver letto fin qui. Alla prossima recensione!

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