“Alex passò la mano sopra l’iscrizione sul suo bordo: avere potere su questa terra scura per illuminarla, e potere su questo mondo morto per farlo vivere.

Hell Bent Leigh Bardugo - Sassenachthereader

Gentili lettori, ben ritrovati e buon anno nuovo! Anno che si prospetta piuttosto interessante dal punto di vista delle letture, perché oggi vi porto la recensione del primo libro concluso quest’anno, un titolo attesissimo: Hell Bent – Portale per l’inferno, seguito di La Nona Casa di Leigh Bardugo. Prima di iniziare ringrazio moltissimo Mondadori per avermi permesso di leggere il libro in anteprima e portare qui per voi questa recensione, ma anche le mie compagne di Review Party con cui ho condiviso la lettura e che sono state una compagnia fantastica!


TRAMA: Trovare la porta per accedere a un mondo sotterraneo e rubare un’anima dall’inferno: un piano all’apparenza semplice, ma che mette in serio pericolo chi intraprende il viaggio, perché raramente si torna indietro. Alex è determinata a tirar fuori Darlington dall’inferno e, insieme a Dawes, dovrà destreggiarsi in un labirinto di testi arcani per scoprire i segreti più nascosti della società. Poco a poco i membri della facoltà iniziano però a morire e Alex si rende conto che non si tratta di semplici incidenti. A New Haves sta succedendo qualcosa di spaventoso e per sopravvivere, la ragazza dovrà fare i conti con il suo passato e le malvagità che si celano tra le mura dell’università. Dopo “La nona casa”, Leigh Bardugo torna con un romanzo ricco di colpi di scena, dando vita a un mondo crudele, fin troppo reale.


Alex Stern" Stofftasche von Oblivionsdream | Redbubble
Galaxy “Alex” Stern

“Cosa devo fare con te, Morte, che non sai risparmiare nessuno?”

Se avete amato il gotico e l’occulto, gli incantesimi e l’oscurità di Yale in La Nona Casa, andrete a nozze con Hell Bent, perché ritroverete questi stessi aspetti ma riproposti con un’enfasi maggiore, e insieme alle ambientazioni – rese molto vivide dalla scrittura della Bardugo – saranno l’aspetto più bello di questo libro.

Review: Ninth House (Spoilers) - Hoarding Butterflies

“Storie d’amore, scienza, narrativa, vecchi fantasy scabrosi. Tutto quello che desiderava era starsene tranquilla, alla luce della lampada, e vivere vite di altri”

In Hell Bent devo dire che mi ha stupita l’apertura del personaggio di Alex. La Bardugo in questo libro riesce a rendere note tutte – o quasi? – le sfaccettature della nostra cara Stern, rendendo più noto il fatto che, sotto la faccia da dura, i tatuaggi e i vestiti scuri, c’è una persona più sensibile di quanto si possa credere. Mi è piaciuto scoprire con maggiore profondità il passato di Alex, andare a fondo e comprendere a pieno il motivo del suo essere. So per certo, però, che non è finita qui. Alex non è solo ciò che ci viene mostrato in Hell Bent, ed è presumibile che ulteriori note del suo passato verranno svelate nel prossimo capitolo della trilogia. Questo, miei cari lettori, potete darlo per certo.

“La domanda la sorprese, e Alex non era preparata alla reazione emotiva che le procurò. Non voleva sentirsi piccola e nuda, una bambina senza protezione, una ragazzina sola. Il semestre era appena iniziato e lei era già esausta, priva di forze, la stessa ragazza che era arrivata a Yale oltre un anno prima, che si scagliava contro tutti e tutto ciò che avrebbe potuto ferirla. Voleva una madre che la tenesse al sicuro e che le desse buoni consigli. Voleva un padre che fosse qualcosa di più della storia di un fantasma che sua madre si rifiutava di raccontare. Voleva Darlington, che era lì ma non c’era, e lei ne aveva bisogno per orientarsi in tutta quella pazzia. Le crollò addosso tutto quanto insieme, e lei sentì il dolore sgradito delle lacrime in fondo alla gola. […] Le uscì un tono più rude di quanto avrebbe voluto; la vera Alex che protendeva il mento, stanca di convenevoli e della diplomazia.”

ArtStation - Rattler

Ho apprezzato molto gli approfondimenti emotivi e psicologici che sono stati fatti sui personaggi, qualcosa che ha offerto una caratterizzazione più profonda e una scoperta maggiore dei nostri “non-eroi”. Il tema della morte è ridondante in questo libro, reso centrale dalla ricerca del Portale che porta verso l’inferno, ma attraverso questo escamotage la Bardugo riesce a far luce sulle oscurità nascoste dell’essere umano in una maniera molto interessante. Ho adorato il modo in cui i personaggi fossero tutti diversi tra loro. Motivazioni, credo, sogni, incubi, vissuti… tutto è differente per ognuno di loro, ma davanti alla morte si è uguali.

“”Ti sei mai domandata perché funzionano le parole di morte?” Lui si sporse in avanti. “Perché tutti noi non valiamo nulla, alla fine, e non c’è niente di più terrificante del niente””.

La nona casa Hell Bent Leigh Bardugo
Alex, Darlington, Pam

Come dicevo, i personaggi sono differenti nella totalità degli aspetti, ma vi assicuro che sarà bello vedere come si ritroveranno simili nelle loro diversità. Simili nell’essere giunti allo stesso punto, a toccare il fondo, a vivere paure che ti tormentano i sogni e la realtà quotidianamente. Non importa se Pamela Dawes ha ucciso per salvare la vita ad Alex, lei vivrà e verrà giudicata come tutti gli altri: come un’assassina. Ciò che farà la differenza in questa storia, però, è che nella discordia, nella disperazione e nella parte più buia del suo essere verrà compresa da chi le sta attorno: Alex, Turner, Darlington e non solo.

“”Tu non hai distolto lo sguardo. Anche quando non ti piaceva quello che vedevi in me. Hai continuato a guardare”. Gli occhi di Darlington si spostarono e tremolarono come la fiamma di un fuoco. Prima dorati e poi color ambra. Luminosi e poi ombrosi. “Forse so riconoscere un mostro mio simile quando lo vedo”. Fu come una mano fredda che la spingeva via. Come un avvertimento. Lei non fu così stupida da ignorarlo. “Forse”, sussurrò.”

E a loro volta anche gli altri. Si spoglieranno e vestiranno gli abiti del loro vero io, alla vista di tutti, e pur essendone terrorizzati utilizzeranno queste vesti per un bene superiore. Il modo in cui affronteranno le avversità dell’inferno sarà quello che determinerà davvero il loro futuro.

Ninth House Aesthetic by MinaBeautifullDoll on DeviantArt

“Quando si è di fronte alla morte, meglio ballare che sdraiarsi ad aspettarla”.

Bello il rapporto tra Alex e la Dawes, il sapersi prendere cura l’una dell’altra e perseverare insieme nel raggiungimento di un obiettivo, un rapporto di amicizia sottovalutato ma che a mio parere risulta molto più vero di quello mostrato tra Alex e Mercy. Ho adorato, invece, la piega che ha iniziato a prendere la relazione tra Alex e Darlington, qualcosa che vedremo svilupparsi intensamente, secondo me, nel terzo libro. Mi aspetto fiamme e scintille direttamente dall’inferno tra questi due personaggi, e non vedo l’ora.

Alex e Darlington

Altro aspetto che ho apprezzato molto è il parlare della magia, perché accanto al tema della morte, magia e incantesimi regnano sovrani. In Hell Bent però non si parla di magia solo nella maniera più tradizionale, si parla dell’impatto negativo che può avere sul mondo reale. Cosa comporta sapere della magia? E’ davvero così indispensabile? E perché credere nella magia? O, ancora, perché spingerci a credere in mondi e possibilità che potrebbero non appartenerci mai? Perché illuderci? In Hell Bent troviamo la cruda verità, anche in questo caso, e per lasciarvi comprendere a pieno cosa intendo, vi lascio di seguito una citazione che ho apprezzato molto e che mi ha fatto riflettere.

“Perché crescere i bambini promettendo loro la magia? Perché suscitare in loro un desiderio che non avrebbero mai potuto soddisfare – di una rivelazione, di una trasformazione – e poi mandarli alla deriva di un mondo desolato, pragmatico? In Darlington aveva visto cosa poteva fare a una persona il dolore per quella perdita, ma forse lo stesso lutto viveva anche dentro di lei. La terribile consapevolezza che non esisteva alcun destino segreto, nessun mentore gentile che potesse riconoscere in lei un talento nascosto, nessuna nemesi mortale da sconfiggere. Forse quel dolore, quel desiderio alimentato da storie di mondi più belli e di infinite possibilità, era ciò che li rendeva così facili prede della Lethe. Forse era questo che spingeva Mercy a vestirsi di velluto e di tweed e a mettersi falsi diamanti alle orecchie, trascinata dal sogno di trovare il passaggio sul fondo dell’armadio. Alex sperava solo che non ci fosse qualcosa di orribile ad attenderli dietro i cappotti.”

[…]

“Era quella la verità sulla magia: sangue e intestini, sperma e sputi, organi conservati nei barattoli, mappe per dare la caccia a esseri umani, teschi di bambini mai nati. Il problema non erano i libri e le favole, era che veniva raccontata solo metà della storia, creando l’illusione di un mondo in cui pagavano con il sangue solo i cattivi, le matrigne malvagie, le sorellastre perfide; un mondo in cui la magia era giusta e non richiedeva sacrifici”.

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Galaxy “Alex” Stern

Arrivati a questo punto non posso che darvi il mio parere complessivo. Ho apprezzato molto questa lettura, una lettura che fa riflettere molto sui toni negativi e oscuri della nostra realtà, e che quindi pur presentandosi come fantasy è più concreta di quanto si creda.

Devo dire però che, nonostante tutto, ho apprezzato più La Nona Casa rispetto a Hell Bent. Determinati risvolti a livello di trama mi sono sembrati più prevedibili rispetto al primo che, invece, ricordo di aver letto con una fame continua e con nessunissima idea su quale fosse il passo successivo. In questo libro ci sono passaggi più lenti e passaggi più ritmici: le ultime 150 pagine sono le più movimentate di tutto il libro e vi terranno incollati alle pagine. Forse questo è il prezzo da pagare per offrire una caratterizzazione più profonda, delle parti più “tranquille” e non perennemente incentrate sull’azione.

Alcuni piccoli frammenti, invece, li ho trovati un po’… cringe. Si potevano evitare tranquillamente. Quando arriverete a leggere di qualcosa di ESTREMAMENTE LUCCICOSO capirete cosa intendo, ma al momento vi lascio con quel filo di mistero che magari vi invoglierà a leggere Hell Bent e dirmi la vostra.

Nonostante queste pecche di cui vi ho parlato, considero Hell Bent un buon seguito che lascia con l’acquolina in bocca e con la voglia di avere tra le mani il terzo volume della trilogia. Trilogia che, a livello stilistico e di trama, si affianca bene alla dilogia dei Corvi e che risulta molto, molto matura per lo stile di scrittura e i temi trattati. Qualcosa di molto diverso da Tenebre e Ossa. Per cui, Leigh Bardugo, sbrigati sbrigati sbrigati e scrivi questo terzo capitolo della storia!

A voi, invece, non posso che augurare una buonissima lettura, in compagnia dell’incasinatissima Galaxy “Alex” Stern, la Camminante della Ruota. Vi invito a leggere le recensioni delle mie compagne di letture per scoprire i loro pareri su Hell Bent!

PhantomRin on Twitter: "Galaxy (Alex) Stern as Queen Mab ("Ninth House" by  @LBardugo ) #NinthHouse #GalaxyStern #AlexStern #QueenMab #WheelOfFortune  #lady #girl #stars #night #flowers #books #LeighBardugo #fanart #art  #characters #illustration ...

A presto, @sassenachthereader

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