“E’ iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.”

In un lunedì un po’ ombroso nella mia cara Torino, miei cari readers, giungo a voi con una recensione che riguarda la mia ultima lettura: La Quinta Stagione, 1° volume di una trilogia che ha vinto ben tre Premi Hugo consecutivi e che si è fatta amare moltissimo, soprattutto all’estero. E non mi stupisce affatto che sia così.

Ci troviamo nell’ultimo continente della terra, l’Immoto. Una terra condannata a vivere non più le stagioni per come le conosciamo, poiché intervallate in maniera imprevedibile dalle Quinte Stagioni. Stagioni senza fine in cui la terra trema e il caos divaga, distruggendo intere popolazioni che, qui, vengono definite com: popolazioni di Immoti riunite col fine di creare comunità stabili.

La particolarità di questo mondo però, oltre alle Quinte Stagioni, sono gli orogeni, persone in grado di prevedere, controllare e provocare la terra. Di conseguenza, di generare anche delle Quinte Stagioni. Gli orogeni sono persone ricercate e perseguitate, uccise e mutilate, persone da temere e da cui tenersi alla larga per l’incontrollato potere tra le loro mani. Proprio per questo, molti di loro si nascondono nelle com fingendosi normali Immoti per vivere una vita normale, ma un qualsiasi scatto d’ira o paura potrebbe provocare i loro poteri.

In una terra così devastata, dove le com vivono stagione per stagione, terrorizzate dall’idea di percepire la terra tremare e inghiottire qualsiasi cosa, troviamo le protagoniste che ci introdurranno alla storia: Damaya, una bambina orogena di appena sei anni che scopre i suoi poteri durante uno scatto d’ira e che verrà denunciata alle autorità per questo; Syenithe, orogena appartenente al Fulcro, istituzione e scuola di addestramento per aiutare gli orogeni a controllarsi e utilizzarli a controllare la terra nei momenti più pericolosi; infine, Essun, una donna a cui è stata strappata la vita del proprio figlio di quasi tre anni poiché orogeno… come la madre, nascosta nella com.

Damaya, Syenithe, Essun

La particolarità della storia si intreccerà poi con lo stile di scrittura originale e incalzante della Jemisin, che introdurrà Essun in maniera differente rispetto a Damaya e Syenithe, perché Essun siamo noi. Voi. Essun è il lettore. Essun viene narrata in una maniera assai particolare, descrivendo le sue azioni, i suoi sentimenti, i suoi pensieri come se fossero nostri. Perché anche noi, leggendo questo libro, faremo parte dell’Immoto.

Un libro singolare, sensibile seppur crudo. Pieno di colpi di scena e di rivelazioni che vi lasceranno sotto shock per diversi minuti. Perché evidentemente la Jemisin si è davvero fumata qualcosa di troppo per scrivere qualcosa del genere.

Così bello, reale, poetico, vero. In questo libro c’è tutto, ma in particolar modo la Jemisin snocciola in ogni modo possibile le differenti concezioni di diversità, analizzando le diverse reazioni che si possono avere a quest’ultima: accettazione o negazione, insieme a quella linea grigia che intercorre tra le due, costellata di dubbi e perplessità. Penso di non aver letto nessun altro libro affrontare il tema della diversità in una maniera così sublime, così delicata, così poco scontata. La scrittrice ha dimostrato una maestria pazzesca in questo libro, oltre che la sua genialità. Genialità che va ben oltre il worldbuilding, ben oltre lo stile di narrazione – che, personalmente, mi ha fatta davvero impazzire perché il modo in cui è condotta è PAZZESCO. Questo libro è GENIALE, punto. Gli intrecci messi in campo sono davvero, davvero meravigliosi, e meritano di avere una chance di essere letti se ancora non l’avete fatto. Vi giuro che non ve ne pentirete.

Adesso, vi lascio dicendovi che non vedo l’ora di scoprire come andrà avanti la storia, perché questo primo libro è così immenso che pone davvero tante, tante domande, e mi aspetto che queste domande ricevano una risposta. Spero che questa umile recensione possa spingervi tra le braccia della Jemisin e della sua scrittura così particolare. Spero che vi regali lo stesso shock positivo che ha regalato a me e che vi faccia impazzire l’idea che una persona, una persona qualunque proprio come noi, possa aver concepito qualcosa del genere. Perché a me ha mandato totalmente fuori di testa!

Syenithe e Alabaster di “La Quinta Stagione”

Purtroppo non posso dirvi altro, perché c’è davvero tanto, tanto altro da dire rispetto a questo libro, ma sarebbe uno spoiler grande quanto una casa e non sarebbe corretto nei vostri confronti. Non voglio rovinarvi la sorpresa nello scoprire determinati intrecci e avvenimenti. Pertanto, per oggi vi saluto e vi ringrazio per aver letto fin qui.

Un bacio, la vostra @sassenachthereader!

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